Antica dama in legno
costituita da 25 pedine bianche
24 pedine nere
presente qualche foro di tarlo
misure 31,5 x 26cm, altezza 3cm
su un lato c'è la versione italiana 8x8
sull'altro c'è la versione internazionale detta anche polacca 10x10
inoltre dispone di un cartoncino per il gioco del mulino e sul retro il gioco dell'alquerque
Dama italiana - Nell'antica Roma si chiamava "ludus dominarum" (gioco delle padrone/signore). Ã^ lecito immaginare che anche Giulio Cesare conoscesse il gioco e la relativa strategia difensiva a forma di piramide, considerata la strategia difensiva delle legioni narrata nel De bello Gallico. Si gioca su una damiera 8x8, analoga alla scacchiera degli scacchi, con l'unica differenza che è ruotata di novanta gradi (il cantone, ossia la casella nera d'angolo, va in basso a destra). Le pedine sono 12 per giocatore e comincia il giocatore con i pezzi chiari ("il bianco"). Le pedine non possono mangiare le dame, né possono mangiare all'indietro. Nel caso di più possibilità di presa, c'è l'obbligo di prendere nell'ordine di priorità: dove ci sono più pezzi, dove ci sono i pezzi di maggior valore (dame) e dove s'incontrano prima i pezzi di maggior valore. A parità di numero di pezzi, se c'è la possibilità di presa sia con la pedina che con la dama, è obbligatorio prendere con la dama. Ã^ giocata principalmente in Italia e in alcuni paesi del Nordafrica.
Dama internazionale (detta anche dama polacca) - Si gioca su damiera 10x10 con cantone a sinistra e 20 pezzi a testa. Prima mossa al bianco. La presa è obbligatoria, con precedenza alle prese di un maggior numero di pezzi. Le pedine muovono solo avanti, ma mangiano avanti, indietro e mangiano anche le dame. La dama si muove in diagonale, in tutte le direzioni, di un numero di caselle a propria scelta. La dama mangia, secondo le proprie regole di movimento, tutti i pezzi avversari per la presa del maggior numero possibile di pezzi avversari, incrociando ove possibile con le altre diagonali e potendo passare più volte sulle stesse caselle vuote, ma non su uno stesso pezzo. La dama può fermarsi in una casella posta sulla diagonale che segue l'ultimo pezzo catturato. Se una pedina raggiunge la base avversaria dopo una presa ed ha la possibilità di prendere un altro pezzo, è obbligata a prenderlo senza fermarsi a dama rimanendo al grado di pedina. Ã^ giocata soprattutto nei Paesi Bassi (dove vi sono giocatori professionisti), in Francia, nei paesi dell'ex Unione Sovietica, in alcune nazioni africane e in diversi stati dell'Europa orientale.
Tra i giochi del trattato Libro de los juegos, realizzato per conto del re castigliano Alfonso X il Saggio (XIII secolo), spicca l'alquerque, che risale almeno al secolo XV a.C. (alcuni esemplari ne sono stati ritrovati in Egitto). Si pratica su un tavoliere formato da cinque file di cinque punti collegati da linee orizzontali, verticali e diagonali: le pedine si muovono di una casella e mangiano quelle avversarie saltandole. Intorno all'anno Mille i provenzali lo adattano alla scacchiera, creando in tal modo il gioco delle fierges. Due secoli dopo aggiungono la regola per cui la pedina giunta in fondo alla scacchiera viene promossa a dama e realizzano così il jeu aux dames, a tutti gli effetti la nostra dama: in Inghilterra è citata per la prima volta, con il nome francese, a fine Trecento nel poema Sir Ferumbras, che racconta le imprese dell'eroico condottiero Fierabraccia
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