Tipologia : Appartamento
Numero Locali : > 4
Superficie (mq) : 180
Box/Posto auto : Box
Abitazione indipendente su due livelli di ampia metratura. al piano terra si compone di ingresso, soggiorno, cucina abitabile, bagno e veranda scoperta retrostante. al piano primo tre camere da letto e bagno, ampi balconi e area solare di proprieta'. dispone inoltre di cantina a piano seminterrato e comodo box auto. il territorio del comune di tuglie, che si estende su una superficie di 8,4 km², è adagiato sul versante ionico della fascia collinare delle serre salentine, nella parte centro-meridionale della penisola salentina. Ã^ compreso tra i 57 e i 142 metri sul livello del mare. il centro abitato è diviso in due parti nettamente distinte: la parte bassa, coincidente con l'originario tessuto urbano, il quale si è sviluppato in senso longitudinale lungo l'asse sannicola-parabita, e la parte alta, comprendente la località di montegrappa, una località turistico-residenziale sviluppatasi a partire dalla fine degli anni quaranta intorno al santuario della madonna del montegrappa[5]. confina a nord-ovest con il comune di sannicola, a nord-est con il comune di neviano, a est e a sud con il comune di parabita, a ovest con il comune di alezio. dal punto di vista meteorologico tuglie rientra nel territorio del basso salento che presenta un clima prettamente mediterraneo, con inverni miti ed estati caldo umide. in base alle medie di riferimento, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai +9 °c, mentre quella del mese più caldo, agosto, si aggira sui +25,1 °c. le precipitazioni medie annue, che si aggirano intorno ai 676 mm, presentano un minimo in primavera-estate ed un picco in autunno-inverno. l'esistenza di quattro menhir (monte prino, nove croci, caruggio, scirocco) e delle "grotte passaturi" conferma che il territorio circostante è stato frequentato sin da epoche remote. in particolare, per le grotte, chiamate anche "case vecchie", si ipotizza siano state usate come dimora dall'antico popolo dei tulli, una popolazione stanziata sul posto al tempo dei romani, meno importante e famosa dei messapi. la loro presenza è documentata dallo storico romano tito livio che considerava i tulli persone di classe inferiore (minores gentes). le prime notizie si fanno risalire a plinio il vecchio in quanto, parlando in un suo scritto di aletium, l'attuale alezio, accenna ad un altro centro abitato situato a nord-ovest e identificabile con la posizione di tuglie[11]. un primo nucleo abitativo propriamente detto sorse nel xiii secolo con il nome di casale tulli e, intorno al 1270, apparteneva ad almerico di montedragone, un ufficiale dell'esercito di carlo d'angiò. nel 1280 almerico si allontanò dal casale per sedare una rivolta popolare scoppiata a taranto; della sua assenza approfittò gervaso da matino che occupò il casale e gli attribuì il nuovo nome di castri tulli. dopo la devastazione di otranto del 1480 da parte dei turchi ottomani, i paesi dell'entroterra subirono la stessa sorte e il casale di tuglie fu completamente distrutto. per un lungo periodo di tempo, il feudo rimase totalmente disabitato e passò in proprietà di diversi feudatari. nel 1681 venne acquistato dal nobile gallipolino francesco antonio cariddi, al quale gli successe il figlio pietro. nel 1696 divenne di proprietà della marchesa di arnesano antonia prato, la quale, insieme con il marito ferrante guarino, signore di poggiardo, si trasferì nella residenza baronale di tuglie. i guarino operarono la prima riforma fondiaria e con loro si ebbe una significativa crescita demografica ed economica. nel 1715, alla morte della baronessa prato, il feudo fu assegnato al primogenito fabrizio, che morì il 22 settembre 1717, lasciando il feudo al fratello filippo. nel 1737 carlo iii di borbone, con proprio decreto, istituì l'università di tuglie che immediatamente elesse il suo primo sindaco, un certo quadrucci. alla morte di filippo 1740, senza eredi legittimi, il feudo fu lasciato al nipote giuseppe ferdinando venturi, duca di minervino. i discendenti dei venturi furono gli ultimi feudatari prima dell'abolizione dei privilegi feudali (1806)[12].
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