Giulio Bigi
I fatti del 7 luglio (Reggio Emilia 1960)
Prefazione di Ferruccio Parri
edito dalla Libreria Rinascita
Riedizione anastatica ampliata
con l'aggiunta del capitolo "Poeti, pittori, musicisti cantano i fatti di Reggio Emilia"
Ristampa - Luglio 1975
Dimensioni 19x14 cm, brossura editoriale, sovraccoperta illustrata, pagine LIV-208, con 37 fotografie di cui 4 a colori nel testo e una planimetria a doppia pagina nel testo.
Indice
Prefazione
Cento giorni di storia
Reggio Emilia, Aprile 1960
Maggio-Giugno, si rafforza l'unità antifascista
La tragedia del 7 luglio nel racconto dei testimoni oculari
I feriti raccontano
Gli episodi più gravi della tragica sparatoria
Stato d'assedio all'Ospedale
Tragico bilancio
Ci fu premeditazione?
Le versioni ufficiali sui fatti
Fu un piano preordinato dall'alto
Incitamento alla violenza, ingiurie, insolenze, bugie
Il cordoglio. I funerali
I familiari denunciano alla A. G. i responsabili dell'eccidio. Le interrogazione in Parlamento
Incomprensibile solidarietà. Fanfani sconfessa le tesi di Tambroni e della D.C.
Solidarietà da tutta Italia e dall'estero agli antifascisti di Reggio
La mozione dell'Assemblea degli Amministratori dell'Emilia-Romagna
La Polizia in Italia
La petizione dell'U.D.I. per il disarmo della polizia in servizio di o.p.
I "verboten" del prefetto Caruso
Lettera dei parlamentari reggiani al Presidente del Consiglio
Appendice
La strage di Reggio Emilia è un fatto di sangue avvenuto il 7 luglio 1960 nel corso di una manifestazione sindacale durante la quale cinque operai reggiani, i cosiddetti morti di Reggio Emilia, Lauro Farioli, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Marino Serri, Afro Tondelli, tutti iscritti al PCI, furono uccisi dalle forze dell'ordine.
La strage fu l'apice di un periodo di alta tensione in tutta l'Italia, in cui avvennero scontri con la polizia. I fatti scatenanti furono la formazione del governo Tambroni, monocolore democristiano con il determinante appoggio esterno del MSI, e l'avallo della scelta di Genova (città "partigiana", già medaglia d'oro della Resistenza) come sede del congresso del partito missino. Le reazioni d'indignazione furono molteplici e la tensione in tutto il paese provocò una grande mobilitazione popolare. L'allora Presidente del Consiglio, Fernando Tambroni, diede libertà di aprire il fuoco in "situazioni di emergenza" ed alla fine di quelle settimane drammatiche si contarono undici morti e centinaia di feriti. Queste drammatiche conseguenze avrebbero costretto alle dimissioni il governo Tambroni.
Interessante pubblicazioni su uno degli episodi più controversi della nostra storia recente.
Buona conservazione del volume, strappetti alla sovraccoperta, pagine interne perfettamente leggibili.
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Nota bene
I libri che pongo in vendita con trattativa tra privati sono di mia proprietà. Li ho collezionati, acquistati e mi sono stati regalati nel corso degli anni.
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