Tipologia : Appartamento
Numero Locali : 2
Superficie (mq) : 51
Piano : 1
Stato : Ristrutturato
Box/Posto auto : No
A due passi dalla centrale piazza "Garibaldi" a Tuglie, proponiamo in vendita caratteristica abitazione al piano primo indipendente con volte a stella. L'immobile si compone di ingresso in soggiorno dotato di divano letto, con angolo cottura, camera da letto matrimoniale con ripostiglio/cabina armadio e possibilità di inserire letto singolo, bagno con box doccia. Al piano terra piccola cantina da utilizzare come deposito biciclette o motocicli. Area solare di proprietà con vista sulla piazza. Finemente ristrutturato e dotato di ogni confort. Ideale rifugio per le vostre vacanze in Salento. Maggiori informazioni in agenzia. Tuglie ha origini molto antiche. Lo confermano i quattro "Menhir" tugliesi che si trovano in aperta campagna: il menhir di "Monte Prino", alto circa due metri; il menhir delle "nove croci" in contrada "Camastra"; il menhir che si trova all'incrocio della via vicinale del "Caruggio" con la via vicinale "Camastra"; il menhir del fondo "Scirocco", al confine tra le tenute Santese e Losavio. Sono di particolare interesse le "Grotte Passaturi" o "Case vecchie", situate in prossimità delle scuole elementari, che, secondo alcuni studiosi, costituivano la dimora dell'antico popolo dei "Tulli"(1). Intorno al 1270, il piccolo nucleo abitato, sorto spontaneamente a ridosso della collina, era denominato "Casale Tulli" ed apparteneva ad Almerico di Montedragone, ufficiale dell'esercito di Carlo d'Angiò. Il sovrano lo aveva donato al nobile cavaliere in cambio di alcuni beni posti nel territorio di Sulmona, città natale di Almerico(2). Nel 1280, il conte di Montedragone dovette accorrere a Taranto per sedare una rivolta popolare. Della sua assenza approfittò Gervaso da Matino che occupò con la forza il casale di Tuglie, ribattezzandolo "Castri Tulli"(3). Si racconta che Almerico, prima di lasciare il casale, fece edificare una piccola cappella nel posto dove prima c'era una nicchia di pietra con l'immagine delle Anime Sante, proprio dove ora sorge la Chiesa Matrice dedicata alla Madonna dell'Annunziata(4). Il 28 luglio 1480, una formidabile flotta di galee turche con 1.600 pezzi di artiglieria e 18.000 soldati, si schierò di fronte al porto di Otranto. Acmet, il capo dei turchi, promise vantaggiose condizioni, in cambio della resa, ma gli otrantini decisero di resistere ad oltranza. Cominciò così un assedio violentissimo, che durò 15 giorni. L'artiglieria ottomana bombardò le mura, l'abitato e la rocca. Poi i turchi, travolta ogni resistenza, dilagarono nella città mettendola a ferro e fuoco. L'assedio si concluse l'11 agosto: moltissimi cittadini morirono nei combattimenti. Tre giorni dopo, Acmet, sul Colle della Minerva, invitò i superstiti a convertirsi all'islamismo, ma gli otrantini rifiutarono, andando incontro al martirio. I corpi degli ottocento martiri non furono sepolti ma abbandonati sul posto, dove rimasero fino alla liberazione della città. Dopo l'occupazione di Otranto, le orde ottomane compirono terribili scorrerie ovunque.
Indicaci il motivo per cui vuoi segnalare questo annuncio:
Grazie per averci aiutato a far rispettare le regole di pubblicazione degli Messaggio.