Tipologia : Ville singole o a schiera
Numero Locali : > 4
Superficie (mq) : 120
Stato : Da ristrutturare
Box/Posto auto : No
Inserito in una tipica borgata dell'entroterra ligure questo rustico si sviluppa su più livelli da terra a tetto e presenta tutte le caratteristiche tipiche come i soffitti con le volte, i muri in pietra, nicchie ed un patio privato impreziosito da un torchio antico, usato per frangere le olive. Per chi ama il fascino delle case senza tempo! @: richiedeteci tutte le informazioni. Notizie sul contesto: L'antico territorio di Calice, di cui non rimangono riferimenti e ritrovamenti di una possibile testimonianza di epoca romana, venne compreso nella marca aleramica di Aleramo del Monferrato dal X secolo[4]. In seguito, divenne possedimento di Bonifacio del Vasto nel 1091 e in successione al figlio di quest'ultimo: Enrico I Del Carretto[4]. Citato per la prima volta in un documento del 1233[5] e dominio quindi della famiglia Del Carretto di Savona[4], il feudo calicese entrò a far parte del Marchesato di Finale seguendone le sorti[4]. Proprio le fonti storiche locali testimoniano la fedeltà dei Calicesi verso il marchesato carrettesco, alleanza che nel tempo fu ricambiata con donazioni e protezioni da parte degli stessi marchesi, tra i quali nel 1449 dal marchese Galeotto I Del Carretto che donò una coppa d'argento istoriato alla locale chiesa parrocchiale per la fedeltà prestata nella guerra contro Genova[4]. Tuttavia, quasi cent'anni dopo le parti si rovesciarono e proprio dal borgo di Calice, capitanate dal locale e umile contadino Antonio Capellino, prese avvio, nel 1558[4], la rivolta paesana contro il malgoverno del marchese finalese Alfonso II Del Carretto che ben presto si estese a tutto il marchesato[4]. Una diffusa leggenda locale racconta che lo stesso Antonio Capellino, nel giorno del suo matrimonio, anziché consegnare la propria moglie per il rito feudale dello ius primae noctis, alla testa di un centinaio di uomini portò al marchese Alfonso un'asina[4]. Seguì pertanto le vicissitudini del marchesato finalese con la dominazione del Regno di Spagna dal 1598 al 1713[4], e del successivo acquisto da parte della Repubblica di Genova che mantenne il controllo del marchesato fino al 1796[4]. Il territorio calicese fu teatro sul finire del XVIII secolo degli scontri tra l'esercito francese e l'armata austro-piemontese nel 1794[4] e ancora nel luglio del 1795[4] con gravosi fatti di rappresaglie da ambe le parti. Antica testimonianza della presenza di Napoleone Bonaparte e del suo esercito sono il ritrovamento delle trincee nella località di Pian dei Corsi[4]. Con la dominazione francese napoleonica il territorio di Calice rientrò dal 2 dicembre 1797 nel Dipartimento del Letimbro, con capoluogo Savona, all'interno della Repubblica Ligure. Dal 28 aprile 1798 con i nuovi ordinamenti francesi, fece parte del I Cantone, capoluogo Finale, della Giurisdizione delle Arene Candide e dal 1803 centro principale del V Cantone delle Arene Candide nella Giurisdizione di Colombo. Annesso al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814, venne inserito
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