Titolo: confessioni di un pubblicitario
autore: david ogilvy
editore: lupetti - editori di comunicazione - classici
anno: 2a edizione - giugno 1998
isbn: 9788887058338
note: fuori catalogo.
condizioni perfette, veramente pari al nuovo, compattissimo, pagine bianchissime, orecchia segnalibro raddrizzata sul foglio di pagine 49-50, qualche modestissimo, insignificante segno d'uso sui bordi della sovracopertina; disponibili foto - solida rilegatura con copertina rigida similtelata rossa e sovracopertina.
traduzione di carlo corsi - formato 16,5 x 24 x 1,5 - pagine 192 - prezzo di copertina £. 35.000
confessioni di un pubblicitario è, come tutti i "classici", un testo di grande attualità. gli stessi problemi della comunicazione cui david ogilvy ha dato risposta si ripropongono oggi a un livello più alto.
basta guardarsi intorno: c'è un grande spreco di ricerca formale, di orpelli, di originalità che finisce per trasformarsi in standardizzazione. poca sostanza, però, poco pensiero.
eppure il compito della pubblicità è oggi più serio e impegnativo di quanto non lo sia mai stato. i "tempi facili" sono finiti. l'affollamento è alto. la disponibilità di spazi a poco prezzo, che permetteva di rimediare alla mancanza di idee con la ripetizione ossessiva, è cosa del passato.
E' venuto il momento di dare a ogni messaggio un autentico valore, di costruire una personalità di marca con un'identità precisa, mantenendola nel tempo per coprire la fetta più grande del mercato, di trasmettere in modo davvero interessante la promessa vera di un prodotto o di un servizio.
i principi non sono cambiati: basta ristudiare le lezioni di ogilvy.
le ragioni del mito ogilvy sono complesse. e questo libro spiega, con argomenti solidi e avvincenti, perché david ogilvy ha dato un contributo decisivo alla costruzione della moderna teoria della pubblicità.
forse basterebbe citare le edizioni di confessioni in quattordici lingue o il milione di copie vendute. quel che è certo è che ogilvy ha fatto la fortuna pubblicitaria e di mercato dei suoi clienti, con campagne in auge da più di trent'anni. ma ciò che gli ha dato notorietà di maître à penser è stata la sua scelta di anteporre i contenuti e la teoria della comunicazione al business fine a se stesso.
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