Dante Alighieri
IL CANZONIERE
a cura di Giuseppe Zonta - Torino
G. B. Paravia & C., stampa IV 1923 - pagg. 191 con 7 illustrazioni, formato cm. 13X19,5
Collana Biblioteca di classici italiani
Il "Canzoniere", composto dalle rime che Dante esclude dalla "Vita Nuova", da alcune canzoni che avrebbero dovuto far parte del "Convivio", da "sonetti di corrispondenza" (o Guido Cavalcanti ed altri) e dalle cosidette "rime pietrose", di intonazione realistica, rivolte ad una donna, detta "Pietra", amata probabilmente da Dante prima dell'esilio.
Molte altre liriche scrisse Dante, quasi tutte prima dell'esilio, o nei primi anni di esso.
Alcune poche hanno riferimento ancora alla "Vita Nuova"..., non vi furono incluse, forse perché non rispondenti allo spirito mistico, nella cui luce Dante vide poi la sua passione giovanile.
Altre, non poche, sono rime d'amore per altre donne: forse per le donne dello "schermo", certo per la donna gentile della "Vita Nuova".., quindi le due canzoni per essa... "Voi che intendendo il terzo ciel smovete", dove il poeta esprime lo stato e i contrasti dell'animo suo, incerto fra l'amore per la morta Beatrice e il nuovo amore che sorge..., e l'altra... "Amor che nella mente mi ragiona", che canta la vittoria serena del nuovo amore.
Per altre donne sono altre rime..., alcune, come ho già detto, chiamano la donna amata con l'appellativo di "Pietra", indicante probabilmente la sua durezza di cuore a rispondere alle preghiere dell'amante.
Di esse possente a ritrarre la desolazione dell'inverno è la sestina.. "Al poco giorno ed al gran cerchio d'ombra"..., calda di desiderio è quella che incomincia... "Così nel mio parlar voglio esser aspro".
Ma tra le liriche d'amore ce ne sono anche di quelle delicate, aeree, che riproducono gli atteggiamenti tipici del "Dolce stil nuovo", come, per citarne alcune, la ballata... "Io mi son Pargoletta bella e nuova"..., e l'altra, .. "Deh, Violetta, che in ombra d'amore"..., e alcuni sonetti, come.... "Chi guarderà giammai senza paura"..., e l'altro, ... "Guido, i' vorrei che tu e Lapo e io"... che è un desiderio del poeta di perdersi in mezzo al mare, lontano dagli uomini, in una perfetta gioia d'amore.
Troppo meno belle e spontanee sono per me le canzoni allegoriche: le allegorie sono assai più cerebralità che sentimento, più immaginazione che fantasia.
Del resto sono poche.
E la più celebre è quella che incomincia... "Tre donne intorno al cor mi son venute", del principio dell'esilio, dove tre donne si lamentano con l'esule Dante, e cercano rifugio nel suo magnanimo cuore, la giustizia, e, pare, la generosità e la temperanza.
Dure, aride, prosaiche, per quanto i fanatici di Dante le abbiano esaltate, sono poi alcune canzoni dottrinali e morali, condotte nella maniera delle discussioni scolastiche: come quella sulla "Nobiltà", e l'altra sulla "Leggiadria", e sulla "Avarizia".
È materia che diventerà immagine e poesia nella "Divina Commedia".
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