Euripide
le fenicie - le supplici
eracle - gli eraclidi
biblioteca universale rizzoli
milano
1959
copertina morbida, formato cm. 10,5x15,5, pagine 358, brossura edititorile grigia. traduzione e note di domenico ricci.
stato di conservazione: ottimo come da immagini
euripide (in latino, euripides) (salamina, 23 settembre 480 a.c. - pella, 406 a.c.) fu un drammaturgo greco antico.
È considerato, insieme ad eschilo e sofocle, uno dei maggiori poeti tragici greci
nacque ad atene intorno al 485 a.c., ma secondo la tradizione, si fa risalire il suo giorno di nascita al giorno della famosa battaglia di salamina per creare una linea di continuità tra i tre maggiori tragediografi greci (eschilo fu combattente a salamina, mentre sofocle diresse il peana per la vittoria). nacque da una famiglia ateniese rifugiata sull'isola per sfuggire ai persiani. il suo nome verrebbe dall'euripe, il canale dove si svolse la battaglia. aristofane suggerisce a più riprese nelle sue commedie la bassa estrazione sociale del poeta, confermato da teofrasto. tuttavia, la sua cultura dimostra una educazione raffinata, acquisita dallo studio presso sofisti come protagora, che non sarebbe stata possibile senza una condizione sociale agiata.
avrebbe messo insieme una ricca biblioteca, una delle prime di cui si faccia menzione.
euripide partecipò anche a giochi ginnici, venendo incoronato cinque volte.
contemporaneo di socrate, ne divenne amico. si propose pubblicamente come tragediografo a partire dal 455 a.c. la sua prima opera, peliadi, ottenne il terzo premio.
divenne presto popolare. plutarco racconta, nella vita di nicia, come nel 413 a.c., dopo il disastro navale di siracusa, i prigionieri ateniesi in grado di recitare una tirata di euripide venissero rilasciati. verso il 408 a.c., euripide si ritira a magnesia, poi in macedonia, alla corte di archelao, dove muore, si dice, sbranato dai cani (ma la notizia è quantomeno dubbia). solo dopo la sua morte la grecia lo riconosce in tutto il suo valore e le sue opere divengono famose. gli ateniesi gli dedicano nel 330 a.c. una statua di bronzo nel teatro di dioniso.
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