Quando un cane si rotola sull'erba appena falciata diciamo che è felice. Quando invece si accascia a orecchie basse sul pavimento dopo avere ricevuto un rifiuto diciamo che è abbattuto. Ma la sua gioia e la sua delusione corrispondono davvero a ciò che noi umani intendiamo quando usiamo queste parole? Fino a che punto il cane è simile all'uomo? Sì, perché il luogo comune in cui si rischia di cadere è sempre lo stesso: proiettare sul nostro cane sensazioni ed emozioni che in realtà appartengono a noi. L'antropomorfismo a ogni costo è il rischio che un etologo non vuole correre : per questo la "sfera emotiva" degli animali scivola in secondo piano rispetto all'analisi dei comportamenti. In questo che ormai è considerato un grande classico, Jeffrey Masson si è concentrato sull'esplorazione del misterioso universo interiore del "nostro migliore e più sincero amico", infrangendo così un tabù. E lo ha fatto da pioniere, con gli strumenti che la professione di psicoanalista gli ha insegnato a usare. Attingendo al mito, alla letteratura, agli studi scientifici - da Senofane a Voltaire, da Freud a Lorenz, da Thomas Mann a Kundera - ma soprattutto alle storie personali e a quelle degli amanti dei cani. Racconti che divertono, che commuovono, che descrivono "i moti del cuore" canino: gratitudine, lealtà, solitudine, delusione, aggressività, malinconia, sogni, percezione delle altre specie - esseri umani inclusi.
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