Oscar wilde
· il ritratto di dorian gray
collana "i grandi romanzi" n. 3
la biblioteca dell'espresso 2011
introduzione di masolino d'amico
traduzione di loredana baldinucci
copertina morbida brossura illustrata, legatura editoriale, pagine 231 + indice, formato cm. 13,5x20
oscar fingal o'flaherty wills wilde (dublino, 16 ottobre 1854 - parigi, 30 novembre 1900) fu uno scrittore, poeta e drammaturgo irlandese. autore dalla scrittura apparentemente semplice e spontanea, ma sostanzialmente molto ricercata ed incline alla ricerca del bon mot, con uno stile talora sferzante e impertinente egli voleva risvegliare l'attenzione dei suoi lettori e invitarli alla riflessione. È noto soprattutto per l'uso frequente di aforismi e paradossi, per i quali è tuttora spesso citato.
l'episodio più notevole della sua vita, di cui si trova ampia traccia nelle cronache del tempo, fu il processo e la condanna a due anni di prigione per avere violato la legge penale che codificava le regole morali in materia sessuale della sua stessa classe sociale.
molti i libri scritti sulle sue vicende e sulle sue opere, tra le quali, in particolare, i suoi testi teatrali, considerati dai critici dei capolavori del teatro dell'800.
È il culto della bellezza e della gioventù ad essere celebrato da oscar wilde nel suo unico romanzo "il ritratto di dorian gray". bellezza e gioventù che assurgono a valori assoluti sul cui altare sacrificare l'amore di una giovane donna, le amicizie più care. per il personaggio di dorian gray, wilde si ispira al mito faustiano: è il ritratto a subire i segni inesorabili del tempo, non il protagonista che si concede un'esistenza libertina continuando a mantenere un aspetto fresco e dal fascino irresistibile. ma, alla fine, a morire trafitto dalla sua stessa mano è dorian, non il quadro che lo ritrae. all'epoca della sua pubblicazione, nel 1890, il romanzo suscitò ammirazione e polemiche. con una delle sue celebri frasi ad effetto wilde replicò: «non vi è libro morale o immorale. ci sono soltanto libri ben scritti o mal scritti».
gustave flaubert
· madame bovary
collana "i grandi romanzi" n. 6
la biblioteca dell'espresso 2011
introduzione di sandra teroni
copertina morbida brossura illustrata, legatura editoriale, pagine 332 + indice, formato cm. 13,5x20
gustave flaubert (rouen, 12 dicembre 1821 - croisset, 8 maggio 1880) è stato uno scrittore francese. È considerato l'iniziatore del realismo nella letteratura francese ed è conosciuto soprattutto per essere l'autore del romanzo madame bovary e per l'accusa di immoralità che questa opera gli procurò.
e' il desiderio di evadere dalla propria quotidianità alla ricerca di una vita diversa a informare il primo indimenticabile romanzo di gustave flaubert, "madame bovary".
pubblicato a puntate nell'arco del 1856 sulla "revue de paris" e poi in un'edizione completa l'anno seguente, il libro si trasformò subito in un grande caso editoriale, grazie anche al processo (finito con un'assoluzione) per "offesa ai buoni costumi".
flaubert non si curava della morale, aveva a cuore solo l'arte. quella del narrare, certamente. con uno stile elegante che si avvicinasse quanto più possibile alla perfezione. questi due aspetti, la storia tragica e scandalosa di emma bovary e la ricercata cifra stilistica del suo autore, sono alla base di uno dei più grandi romanzi dell'ottocento.
flaubert si ispirò alle vicende di una giovane donna della provincia francese per tracciare il profilo della protagonista. seconda moglie di un ufficiale sanitario rimasto vedovo, la graziosa emma è insoddisfatta della noiosa esistenza che conduce al fianco del marito nel piccolo centro di tostes. il conflitto interiore tra la vita immaginata e la monotonia di quella reale porta madame bovary a ricercare la felicità in un vortice di relazioni extraconiugali e oggetti di lusso acquistati in maniera scriteriata. non arriveranno né l'amore romantico tanto agognato né una frizzante vita mondana. e alla fine l'unica tragica via di fuga si rivelerà il suicidio.
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