Joseph Roth
La milleduesima notte
Adelphi
Biblioteca n. 69
Traduzione: Ugo Gimmelli
Introduzione: -
Anno: aprile 1980
I edizione
Pagine: 237 + Collana
Codice ISBN: -
Copertina: cartoncino editoriale illustrato con risvolti.
Stato: Ottimo stato. Non letto.
Peso del libro: gr. 390
Misure del libro: cm 14,00 x cm 22,00
La fotografia riproduce il libro.
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Contenuto: (dalle bandelle, trascrizione completa) Nella primavera dellâ€(TM)anno 18... lo Scià di Persia, malato di malinconia e vago desiderio, compie un rapido viaggio di piacere a Vienna. Si incapriccia, a un ballo, di una bellissima nobile; e i servizievoli funzionari della polizia austriaca provvedono a offrirgliela per una notte. Ma scelgono accortamente una controfigura, una giovane donna leggera, che somiglia alla dama del ballo. Lo Scià non si accorge dellâ€(TM)inganno. Tornerà in Persia convinto della sublime raffinatezza dellâ€(TM)arte di amare in Occidente. A partire da questa breve avventura segreta, che potrebbe rimanere sepolta nella memoria dei pochi che ne sono partecipi, si svolge una ragnatela di destini, un perfetto e mortale ricamo, un racconto in cui Joseph Roth, stremato e lucidissimo â€" questo libro comparve nel 1939, poco dopo la sua morte â€", riconduce delicatamente il romanzo alla favola. Ma, e questo è il prodigio della sua arte, senza sovrapporre alla torbida e quotidiana materia romanzesca nulla, appunto, di favoloso: luoghi, fatti e persone appartengono qui, ancora una volta, e inconfondibilmente, alla sua amata Vienna: eppure un nuovo tono, una diversa, quasi impercettibile scansione sembrano animare la vicenda, fissando ogni particolare in quella peculiare ineluttabilità che solo la favola sa dare. Giunto a una maturità chiaroveggente e disperata, il narratore Roth prende qui unâ€(TM)ulteriore distanza dalla storia che narra. Invano cercheremmo in queste pagine quei personaggi mediatamente autobiografici che in altri suoi romanzi erano circondati dallâ€(TM)alone della sensibilità di Roth stesso. Ora lâ€(TM)autore torna a essere la pura voce senza nome della favola, con precisione spietata muove i suoi personaggi in una partita a scacchi di cui essi non sono consci e che segnerà, per tutti, la rovina. Lâ€(TM)ufficiale Taittinger, futile ed elegante, che ha passato la vita scostando da sé come â€~noiosoâ€(TM) tutto ciò che poteva obbligarlo a pensare; la bella Mizzi Schinagl, che ha avuto la ventura di una notte dâ€(TM)amore con lo Scià e tante altre vicende di cortigiana; un funzionario della polizia; uno squallido giornalista; unâ€(TM)avida ruffiana; comparse di militari, burocrati, fanciulle, e lo Scià e lâ€(TM)Imperatore: tutti questi esseri sono pezzi in un gioco che sembra allâ€(TM)inizio sconnesso e casuale, ma diventa poi sempre più serrato e distruttore â€" e il movimento del tutto è come quello di un lunghissimo nodo scorsoio che si stringe lentamente, senza arrestarsi mai, per tutta la durata del romanzo: a indicare anche, con abbagliante chiarezza, il nesso indissolubile fra il raccontare e la morte. Mai come in questa finta commedia che finisce nella totale desolazione i particolari del racconto di Roth incantano e catturano, quasi senza ragione e per se stessi, come bastasse che siano nominati da questo camuffato narratore orientale. Ma, avvicinandosi alla fine, lâ€(TM)insieme si illumina nella sua necessità, in una luce che lascia sgomenti: «tutto ciò che era nascosto sarà rivelato»: se, per una catena di casi, lâ€(TM)avventura segreta dello Scià finirà per diventare un fatto pubblico e sarà addirittura portata sulla scena in un baraccone di luna-park, dopo aver condannato a morte lâ€(TM)ignaro ufficiale Taittinger, che lâ€(TM)aveva messa in moto, è perché ogni minimo fatto della vita, ogni occasionale inciampo contiene una potenzialità infinita di conseguenze. E la favola, sembra dirci Roth, è solo uno squarcio di luce gettato su un minuscolo ritaglio di questa rete che tutti ci avvolge nellâ€(TM)inganno dellâ€(TM)apparenza. Alla fine, rimarrà intatta solo una collana di perle intorno a cui tutta la storia aveva occultamente ruotato.
Autore: Joseph Roth (Brody, 2 settembre 1894 â€" Parigi, 27 maggio 1939) è stato uno scrittore e giornalista austriaco. Roth fu il grande cantore della finis Austriae, della dissoluzione dellâ€(TM)impero austro-ungarico che aveva riunito popoli di origini disparate, con lingue, religioni, tradizioni diversissime. Lui stesso era nato alla periferia dellâ€(TM)impero, nella parte orientale della Polonia.
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