LALLA ROMANO
LE PAROLE TRA NOI LEGGERE
I grandi premi
letterari italiani:
I PREMI STREGA
Collana diretta da
Maria Bellonci
PREMIO STREGA 1969
Mondolibri Milano
1970
Prefazione di
Oreste Del Buono
Copertina rigida, pagine 342, formato cm. 12X20,5
Stato di conservazione: NUOVO
Graziella Romano, detta Lalla (Demonte-Cuneo, 11 novembre 1906 - Milano, 26 giugno 2001) da famiglia di antiche origini piemontesi, è stata una poetessa, scrittrice, giornalista e aforista italiana.
Cresciuta in un clima ricco di sollecitazioni culturali, dopo il liceo si iscrive alla facoltà di Lettere dell'Università di Torino, dove i professori Ferdinando Neri e Lionello Venturi influiscono profondamente sulla sua formazione. Su suggerimento di Venturi frequenta la scuola di pittura di Felice Casorati, e comincia ad occuparsi di critica d'arte. Nel 1928 si laurea a pieni voti in letteratura romanza con una tesi sui poeti del "dolce stilnovo".
Dopo aver fatto la bibliotecaria a Cuneo, si trasferisce a Torino con il marito, Innocenzo Monti, e con il figlio. Qui insegna storia dell'arte in vari istituti, continuando a coltivare la sua passione per la poesia e la pittura. I suoi quadri vengono esposti in diverse mostre personali e collettive. Inoltre il giudizio positivo espresso da Eugenio Montale su alcuni suoi versi, la incoraggia nel 1941 a pubblicare la sua prima raccolta di poesie, Fiore.
Durante la guerra torna a vivere presso la madre a Cuneo, dove entra in Contatto con le bande partigiane di "Giustizia e Libertà" e aderisce al Partito d'Azione. Frattanto Cesare Pavese le commissiona la traduzione dei Tre racconti di Flaubert (1943).
Nel dopoguerra raggiunge il marito a Milano. Pertanto riprende l'insegnamento e inizia a lavorare ad una raccolta di brevi testi in prosa, Le metamorfosi, con cui nel 1951 esordisce nella narrativa. Dopo essere stato sottoposto al giudizio di Pavese, di Natalia Ginzburg e di Elio Vittorini, nel 1953 viene dato alle stampe il suo primo romanzo Maria, che ottiene, in seguito all'elogio di Montale sul «Corriere della Sera», un notevole successo di critica; e l'anno successivo vince il Premio Veillon.
Nel 1955 esce un libretto di poesie L'autunno, mentre nel 1957 il suo nuovo romanzo Tetto murato vince il Premio Pavese. Dopo la pubblicazione nel 1960 di un libro di viaggi dal titolo Diario di Grecia, l'anno successivo pubblica il romanzo L'uomo che parlava solo. In quello stesso anno, in seguito alla morte della madre, Lalla Romano ritorna a Demonte, a rivedere i luoghi della sua infanzia; ed inizia la stesura del suo quarto romanzo, La penombra che abbiamo attraversato, con cui nel 1964 si rivela al grande pubblico. Quindi nel 1969 raggiunge un successo ancor più grande con Le parole tra noi leggère, vincitore del Premio Strega e best-seller dell'anno.
Nel '73 pubblica un nuovo romanzo, sempre di natura autobiografica, L'ospite; ed inizia a collaborare a «Il Giorno». L'anno seguente esce la raccolta di poesie Giovane è il tempo, con cui vince il Premio Sebeto. La Presidenza del Consiglio le assegna la "Penna d'Oro" nel 1979, anno in cui Lalla Romano pubblica il capolavoro Una giovinezza inventata, e Lo stregone. Nel '75, oltre al volume di racconti La villeggiante, appare il singolare libro, dove "le immagini sono il testo e lo scritto un'illustrazione", Lettura di un'immagine, ristampato nel 1986 col titolo Romanzo di figure, e ulteriormente incrementato nel 1997 col titolo Nuovo romanzo di figure.
Nel 1981 esce Inseparabile, e nel 1986 La treccia di Tatiana, con fotografie di Antonio Ria. Nel 1987 il romanzo Nei mari estremi rievoca la malattia e la morte del marito. Infine nel 1989 vince il premio Procida-Isola d'Arturo/Elsa Morante con Un sogno del Nord.
Negli ultimi anni ha pubblicato Le lune di Hvar (1991), Ho sognato l'Ospedale (1995), In vacanza col buon samaritano (1997), L'eterno presente. Conversazione con Antonio Ria (1998), Dall'ombra (1999).
Muore a Milano, il 26 giugno 2001
Fino a che punto una madre aiuta o mette in difficoltà un figlio negli anni della sua formazione? Si può raccontare il rapporto tra una madre e un figlio? Un confronto tra generazioni nel segno di un coraggio morale che non si ferma davanti alle verità più difficili. Il romanzo ha vinto il Premio Strega 1969.
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