H. de la Gàndara Serristori
Memorie de Hortense
A cura di Piero Gelli
Baldini Castoldi Dalai
Editori dal 1897
ottobre 2007
Collana Storie della storia d'Italia
70
Traduzione dal francese di Piero Gelli e Angelica Chiara Gallo
Con 39 ill. a colori in tavole f.t.
Copertina morbida illustrata con risvolti, legatura editoriale, pagine 452, formato cm. 14,5X21.
CON ALLEGATA CARTOLINA ORIGINALE VIAGGIATA
Natale 1947
Stato di conservazione: ottimo da libreria
La contessa Hortense Serristori nata Hortense de la Gàndara y Plazaola (1871 – 1960) è stato un scrittrice italiana di origine spagnola.
Nata in una famiglia dell'aristocrazia spagnola ma di educazione francese, Hortense de la Gàndara sposò in giovane età il conte fiorentino Umberto Serristori. Stabilita la propria residenza principale a Firenze, fu nominata dama di palazzo della regina Elena d'Italia e per questa ragione soggiornò per lunghi periodi nella capitale.
In virtù della posizione occupata in seno alla corte di Roma, la contessa Serristori fu per tutta la vita a Contatto con i più illustri esponenti della società e della cultura dell'Europa della prima metà del XX secolo. Oltre a godere della stima e della fiducia della regina Elena, Hortense Serristori fu intima amica del celebre studioso e critico d'arte Bernard Berenson, nonché della regina Vittoria di Spagna. Intrattenne anche relazioni amichevoli, tra gli altri, con Gabriele d'Annunzio e Italo Balbo.
Ebbe due figli dal conte Serristori: Sofia, che sposò il conte Bossi-Pucci, e Dedo, morto tragicamente durante la prima guerra mondiale.
Donna di brillante intelligenza e di vasti interessi, la contessa ebbe modo di dedicare parte del suo tempo ai viaggi. Visitò tutta l'Europa, in particolare la Francia e Parigi dove visse per prolungati periodi, spingendosi fino in Ucraina e in Russia. Fu anche in Libia, in Terra Santa, in Turchia, in Egitto, in Cina e negli Stati Uniti.
Il 7 ottobre 1943, a causa della sua vicinanza alla famiglia reale, fu arrestata dalla polizia della Repubblica Sociale, ma fu prontamente rilasciata in virtù della sua già avanzata età e della sua effettiva estraneità agli avvenimenti politici del momento.
Riassunto dei contenuti
Dal 1927 alla fine della seconda guerra mondiale, la Contessa Serristori tenne un diario sotto forma di lettera aperta alla nipotina appena nata perché, una volta grande, conoscesse le vicende dell'estesa famiglia e, soprattutto, la storia di quegli anni visti da chi li aveva vissuti in prima persona, da protagonista. Il suo diario è un vortice di nomi, di regnanti, di nobili, di ambasciatori, di politici, di intellettuali; una ridda di parenti sparsi in tutta Europa, un turbine di luoghi, Firenze, Roma, Berna, Parigi, Madrid, New York, la Palestina. Accetta il fascismo come baluardo contro il pericolo comunista. Il diario si chiude con la visione di un'Italia distrutta, ma anche con la consapevolezza amara della fine di un'epoca e di una società.
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