Tschiffely's Ride
16.000 chilometri in sella da Buenos Aires a Washington
A cura di Vittorio Ferro
Traduzione di Vittorio Ferro
"Ogni tanto, quando gli spazi aperti mi chiamano, %5B...%5D mi prefiggo di vedere qualcosa in più di questo mondo, che nonostante la sua condizione precaria e sofferente, continua a sorridere a coloro che gli ricambiano il sorriso."
A.F.T
Nel 1925 un tranquillo svizzero senza pretese, che aveva alle spalle solo una modesta esperienza equestre, diventò il protagonista di un'impresa eccezionale: un viaggio a cavallo attraverso il continente americano, dall'Argentina allo stato di New York.
E lo fece con i discendenti dei cavalli dei conquistatori spagnoli, due Criollo argentini. Riuscì nel suo intento perché conosceva la storia di questa razza: decenni prima che il mondo riscoprisse il legittimo valore del cavallo spagnolo, Tschiffely, uno storico dilettante, si propose di dimostrare che il cavallo di razza Criollo era il più resistente al mondo.
Appassionato di archeologia, Aimé toccò nel suo percorso le antiche città andine di La Paz, Cuzco, Lima, Quito e Bogotà. Passò da Panama, dal Guatemala e dal Messico, schivando la rivoluzione.
Nel Texas e negli altri Stati dell'America settentrionale che attraversò, dovette fare i conti con strade di cemento e automobilisti irrispettosi. Infine fu ricevuto a Washington dal Presidente dell'epoca, Coolidge.
La storia di Tschiffely e dei suoi cavalli, Mancha e Gato, gli eroi delle pampas, è l'incredibile racconto di un uomo e di due cavalli derisi dal mondo.
Descritti come un Don Chisciotte suicida e due vecchi ronzini, la loro storia si è trasformata in una moderna leggenda: il più importante viaggio a cavallo del ventesimo secolo.
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