VASCO PRATOLINI
UN EROE DEL NOSTRO TEMPO
ARNOLDO MONDADORI EDITORE
Edizione 1986
Collana "Scrittori italiani e stranieri"
Copertina rigida, rilegato in tela con sovraccoperta, pagine 210,
formato cm. 14X21,5
Stato di conservazione: OTTIMO PARI AL NUOVO
Vasco Pratolini (Firenze, 19 ottobre 1913 - Roma, 12 gennaio 1991) è stato uno scrittore italiano.
Nacque in una famiglia di umili origini, in uno di quei quartieri popolari a cui spesso fece riferimento nelle sue opere. Trascorse l'infanzia fra le privazioni imposte dalla difficile situazione economica della famiglia, inoltre la prematura scomparsa della madre fu per lui una precoce scoperta del dolore e della solitudine, che ispirò molti dei suoi primi racconti. La sua innata passione per la lettura gli permise di formarsi una cultura da autodidatta. Per vivere esercitò vari mestieri, da cameriere a tipografo; verso i vent'anni entrò in Contatto con le riviste culturali fiorentine del tempo e, tra il 1938 e il 1939, fu direttore della rivista "Campo di Marte" insieme con il poeta Alfonso Gatto finchè questa fu soppressa dal regime fascista. Trasferitosi a Roma, militò attivamente nella Resistenza. Nel dopoguerra collaborò al "Politecnico", rivista fondata dallo scrittore Elio Vittorini. Nei primi scritti di Vasco Pratolini è evidente una vena autobiografica; i suoi romanzi e racconti del periodo della guerra e degli anni immediatamente successivi, sono un esempio originale di letteratura sul popolo, sulle classi subalterne. Da tali fonti di ispirazione nacquero alcuni dei suoi libri migliori, tra cui "Il quartiere" (1945) e "Cronaca di poveri amanti" (1947), dove i personaggi agiscono su uno sfondo di lotte individuali e sociali. Con i romanzi "Metello" (1955), "Lo scialo" (1960) e "Allegria e derisione" (1966), diede origine ad una trilogia complessivamente intitolata "Una storia italiana" con cui l'autore volle ritrarre un lungo periodo della vita fiorentina, dal 1875 al 1945, dalle crisi sociali alle condizioni operaie di fine ottocento, al degrado morale della borghesia che si arrendeva al fascismo. Con questi romanzi l'autore suscitò accese discussioni e giudizi discordanti fra i critici. Molti dei suoi testi ispirarono capolavori del grande schermo, come ad es. "Rocco e i suoi fratelli" di Luchino Visconti (1960) e "Le quattro giornate di Napoli" di Nanni Loy (1962) solo per citane alcuni.
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