Tipologia : Ville singole o a schiera
Superficie (mq) : 358
Stato : Ristrutturato
Immerso in uno splendido parco, tra Castelletto Sopra Ticino e Borgo ticino, a due passi da tutti i servizi primeri, non lontano dal Lago Maggiore e comodo con Malpensa, questa splendida villa si adatta perfettamente a chi ama la tranquilità e non vuole rinunciare alle comodità, possibilità di utilizzo per due famiglie, ottima soluzione. Da vedere. I Boschi del TICINO I boschi del Parco del Ticino costituiscono lâ€(TM)ultima e la più importante area forestale della Pianura Padana. Le superfici boscate ricoprono complessivamente circa 20.000 ettari e, per continuità ed estensione, rappresentano unâ€(TM)eccellenza territoriale. Tale eccellenza, tuttavia, è talvolta contrapposta ad altri boschi degradati e invasi da piante esotiche a carattere infestante; questo stato di fatto deriva dalle trasformazioni sul territorio causate da mutamenti socio-economici che hanno riguardato questa porzione di territorio. I processi di trasformazione del paesaggio agro-forestale dovuti alla crescita industriale nel secondo dopoguerra, alla meccanizzazione agricola intensiva e al massiccio espandersi della pioppicoltura contribuirono a distruggere pressoché totalmente il patrimonio forestale della pianura. Solo con lâ€(TM)avvento delle Regioni (1971) e con la conseguente emanazione delle leggi forestali regionali (in Lombardia la prima legge forestale data 1976) è iniziata una fase di attenzione al ruolo e al significato dei boschi di pianura. Con la successiva istituzione dei grandi parchi fluviali (Ticino, Adda, Lambro, Oglio, Mincio e Serio) e con la conseguente rivalutazione e valorizzazione delle aree boscate residue, sta lentamente formandosi una coscienza forestale collettiva che forse consentirà, nellâ€(TM)arco di alcuni decenni, di porre parzialmente rimedio agli scempi del passato. Allâ€(TM)epoca dellâ€(TM)istituzione del Parco del Ticino agli inizi degli anni â€(TM)70, i boschi avevano subito ingenti tagli, iniziati già a partire dagli anni â€(TM)40. Tali boschi risultavano già pesantemente modificati nella loro composizione floristica dalla invasione di specie esotiche, quali la robinia prima e il ciliegio tardivo poi, introdotto per favorire lâ€(TM)attività venatoria nellâ€(TM)area di brughiera e rivelatosi una delle specie più invasive dei nostri boschi. I boschi erano poi impoveriti nella loro composizione floristica e nella loro popolazione faunistica da oltre un secolo di uso dei fuochi radenti attuato dalle Riserve di caccia e dallâ€(TM)abbattimento delle specie animali non ritenute interessanti per lâ€(TM)attività venatoria, o addirittura ritenute “nociveâ€. Inoltre, negli anni â€(TM)70 erano stati effettuati molti tagli e dissodamenti, spesso “a macchia di leopardoâ€, allâ€(TM)interno della foresta e sui suoli migliori, per far posto a pioppeti industriali e a nuovi coltivi. Per finire, nuove strade, cave e nuovi insediamenti abitativi, resi economicamente interessanti dalle necessità ricostruttive post belliche e dai nuovi interessi che le sostenevano, stavano alterando profondamente gli ecosistemi foresta
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