Jacques Derogy e Jean-Noël Gurgand
LA MORTE IN FACCIA
IL GIORNO
PIU'
LUNGO
D'ISRAELE
Traduzione di Elina Klersy Imberciadori
Saggio sulla guerra dello Iom Kippur
RIZZOLI EDITORE, MILANO
Prima edizione novembre 1975
16 illustrazioni in tavole fuori testo + cartine
VOLUME IN BROSSURA CON RISVOLTI, COPERTINA MORBIDA ILLUSTRATA CON IMMAGINE IN BIANCO E NERO, TITOLI AL PIATTO E AL DORSO, NUMEROSE IMMAGINI IN BIANCO E NERO FUORI TESTO, PAGINE 420, DIMENSIONI cm 14.5X21.5.
Stato di conservazione: ottimo come mostrano le foto
Jacques Derogy, il cui vero nome è Jacques Julien Weitzmann, nato 24 LUGLIO 1925 a Neuilly-sur-Seine, morto 30 ottobre 1997 a Neuilly-sur-Seine, è una giornalista francese, un pioniere del giornalismo un'inchiesta1. Ha anche scritto sotto lo pseudonimo di Thomas Lenoir.
Jean-Noël Gurgand è il figlio dello scrittore Marguerite Gurgand (1916-1981), vincitore del Prix du Livre Inter nel 1981.
Jean-Noël Gurgand e Pierre Barret incontrati a Express nel 1969.
Hanno scritto tutta una serie di romanzi sul Medioevo: Il Torneo di Dio in Laffont, Il Templare di Gerusalemme, la quota di poveri, La via delle stelle, uno studio storico dei pellegrini di San Giacomo di Compostela Hachette: Prega per noi di Compostela.
Sabato 6 ottobre 1973 era per Israele Jom Kippur, il giorno dell'espiazione e della penitenza, al termine della quale viene rinnovata la pubblica alleanza con Dio. Ma l'atmosfera raccolta e rilassata nella quale tradizionalmente si svolge la grande festa ebraica, tra l'intimità della famiglia e il tempio, viene quell'anno drammaticamente interrotta. Alle 13:50 truppe corazzate siriane attaccano in forze nel Golan e gli egiziani riescono ad attraversare il canale di Suez: per la prima volta dal 1967, il tricolore del Cairo torna a sventolare nel sinai. Ha così inizio il giorno più lungo nella pur difficile vita nello stato di Israele. L'inquietante guerra di Kippur vede tramontare il mito dell'invincibilità degli eserciti di Tel Aviv nonostante l'orgoglioso proclama del capo di Stato Maggiore israeliano Elazar (Spezzeremo loro le ossa); dopo la vittoria raggiunta faticosamente sul campo non è possibile come già nel 1967, vincere la pace. Disorientata e insicura, l'opinione pubblica israeliana avverte con angoscia un'atmosfera di crescente solitudine e il suo smarrimento profondo finisce per rivolgersi contro la classe dirigente del paese: Elazar viene esonerato, Dayan si dimette, Golda Meir, stanca e delusa, lascia la carica di primo ministro e si ritira in Kibbutz. Nell'ottobre del 1974, a un anno di distanza dallo scoppio del conflitto, arafat, facendo suo un antico motto ebraico, annuncia minacciosamente: "arrivederci l'anno venturo a Gerusalemme". Israele è sola; ancora una volta dovrà prepararsi a guardare "la morte in faccia". Degory e Gurgand, profondi conoscitori della "questione israeliana", in questo magistrale racconto-verità hanno saputo fondere l'osservazione di prima mano, la paziente raccolta di testimonianze e l'accurato esame di numerosi documenti in una vivida e brillante narrazione che ci rivela gli sconcertanti e sconosciuti retroscena del conflitto e le conseguenze sul piano internazionale. Ne risulta un'insostituibile chiave interpretativa per conoscere e "vivere" dall'interno, nelle sue pieghe più profonde e riposte, il problema medio-orientale, nei cui nodi centrali apparentemente insolubili il lettore viene appassionatamente coinvolto.
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