PEREGRINAZIONE 1537-1558 di Fernao Mendes Pinto(a cura di Carlo Rossi)trad. dal portoghese di E. Melillo Reali
Sette tavole fuori testo, 22 illustrazioni,bellissimo volume rilegato in tela satinata blu,titoli e fregi oro al dorso ed al piatto,sovra copertina originale illustrata,allo stato di nuovo,369 pagine
Longanesi & C. 1970-Collezione I CENTO VIAGGI diretta da Franco Marenco-Cenni sulla lett. portoghese delle scoperte ,note all'introduzione,alla traduzione,nota bibliografica,glossario delle parole luso-asiatiche,indici dei nomi geografici,indici.
UN VIAGGIO DURATO TUTTA UNA VITA NELL'ORIENTE FAVOLOSO E STERMINATO APPENA"SCOPERTO DAGLI EUROPEI":è quello di Fernao Mendes Pinto,portoghese purosangue,un avventuriero dagli occhi sempre aperti e dalla coscienza sempre attiva,indagatrice,insoddisfatta.Fu attore e testimone della prima grande ondata dell'espansione lusitana in Asia e tale esperienza ci viene restituita dal suo racconto ,nei termini più realistici e crudi,ma forse anche per questo più inaspettati e sconcertanti.La "PEREGRINAZIONE" è un libro sui generis,a mezzo tra l'autobiografia e il viaggio immaginario,che ricostruisce dal basso e dall'interno di un'anima,e quindi ridimensiona e sconvolge,una vicenda poi conosciuta soltanto attraverso i resoconti ufficiali,e inevitabilmente falsata da ortodossie politiche e religiose .La lettura ci mostra come Pinto fosse molto scontento della politica coloniale portoghese nell'estremo oriente, avanzando obiezioni di tipo morale e religioso verso ciò che gli sembrava una impresa ipocrita, imbevuta di avidità e mascherata come missione religiosa; posizione non comune all'epoca ma che in seguito si diffuse .Possiamo tranquillamente definire questo scritto un: Monumento al genio e all'irriducibile vitalità dell'uomo!
Durante i suoi viaggi verso il Medio Oriente e l'Estremo Oriente, Pinto visitò l'Etiopia, il Mare Arabico, la Cina (dove dichiarò di essere stato messo ai lavori forzati durante la costruzione della grande muraglia cinese), l'India e il Giappone. Affermò di essere stato tra i primi europei a raggiungere il Giappone. mostra come Pinto fosse molto scontento della politica coloniale portoghese nell'estremo oriente, avanzando obiezioni di tipo morale e religioso verso ciò che gli sembrava una impresa ipocrita, imbevuta di avidità e mascherata come missione religiosa; posizione non comune all'epoca ma che in seguito si diffuse.
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